OLTRE LA FORMA, UN ASSOLO DI CARLA RIGATO
a cura di Chiara Marangoni
dal 7 al 21 aprile 2022
Piazzetta San Mauro, 1 – Montegrotto Terme (PD)

L’acqua, elemento vitale così prezioso, è la risorsa del nostro territorio: l’acqua è lavoro, identità, cultura e arte.Nel cuore di Montegrotto Terme l’acqua si fa racconto nelle tele di Carla Rigato, artista che dopo molti anni torna con una mostra personale nella sua città, culla di storia per il termalismo in epoca romana.

Oltre la forma, un assolo di Carla Rigato titola la personale a cura di Chiara Marangoni che si terrà dal 7 al 21 aprile in Piazzetta San Mauro, 1 a Montegrotto Terme (Padova) con inaugurazione sabato 9 aprile alle ore 17.00.

Saranno esposte anche due tele di grandi dimensioni (E Dio creò l’uomo e La danza dell’angelo) e alcuni studi realizzati nel 2019 unitamente al progetto della personale Kouroi,  una riflessione sulla bellezza e sull’armonia, ancora visitabile ad ingresso libero presso la Neró Spa New Experience dello storico resort Terme Preistoriche di Montegrotto Terme.

La mostra è organizzata dall’associazione Xearte con il contributo della Camera di Commercio di Padova e il sostegno del Resort & Spa Terme Preistoriche, e sarà visitabile ad ingresso gratuito da giovedì a domenica dalle 16:00 alle 18:30.

Oltre la forma, un assolo di Carla Rigato è solo una tappa significativa di un racconto lungo oltre trent’anni di pittura, in cui l’artista prosegue il suo percorso istintivo, gestuale, lirico. Dalla pittura formale degli esordi il suo liberarsi dalla linea e dalla forma evolve nella sua sinuosità. Una ventina di opere di diversa misura, soggetto e ispirazione, mostrano e raccontano un percorso di maturazione personale e artistico profondo.

Carla Rigato racconta e usa lo spazio con grande libertà, crea visioni e cosmi di colore. La potenza dell’arte informaleè il vigore del gesto, le scelte cromatiche parlano direttamente nell’intimo, fanno risuonare sensazioni ed emozioni, evocano immagini libere dal condizionamento formale.  «È solo pura razionalità spesso la nostraspiega la curatrice Chiara Marangoninoi che abbiamo bisogno di rassicurazione in questo viaggio nelle emozioni, nelle note di una sinfonia irrompente, per cui dare un titolo all’opera ci riconduce a una forma e categoria che conosciamo. Queste grandi tele potrebbero non avere titolo, sarebbe bello togliere didascalie e testi critici, ed essere noi spettatori a dover scrivere e dare un titolo alle nostre sensazioni di fronte a queste composizioni ove la forma è divenuta un’ombra di luce e colore.»


Un assolo di Carla Rigato, vibrazioni di colore

Testo Critico di Chiara Marangoni

Questa piccola mostra vuole raccontare Carla Rigato nella sua città, Montegrotto Terme, culla di storia per il termalismo in epoca romana, fortemente e intrinsecamente legata a questa storia, a questa vocazione così identitaria, quella termale, Carla ha risposto in numerose tele del suo lungo percorso artistico, alcune anche qui esposte. La mostra invita te, gentile visitatore, a recarti in un luogo della città poco distante, presso la SPA dello storico hotel Terme Preistoriche.

L’acqua, elemento vitale così prezioso, è la risorsa delle terme della città, del nostro territorio, è lavoro, identità, arte e cultura in ogni sua accezione profonda per il nostro territorio turistico.

Visitiamo insieme questa mostra con una ventina di opere di diversa misura, di soggetto e ispirazione diversa, ma molto rappresentative tra quelle degli ultimi anni dell’artista, queste mostrano e raccontano un percorso di maturazione personale e artistico davvero profondo.

La mostra è solo una tappa significativa di un racconto, lungo oltre 30 anni di pittura. Carla Rigato prosegue il suo percorso: istintivo, gestuale, lirico. Dalla pittura formale degli esordi il suo liberarsi dalla linea e dalla forma evolve nella sua sinuosità.

Il suo è un gesto lirico dettato da una visione primitiva, spesso la natura è il soggetto primigenio che attraverso un fiore, un paesaggio, si esprime in un gesto di colore fortemente narrativo ed emozionale.

La potenza dell’arte informale è il vigore del gesto, le scelte cromatiche che a ciascuno di noi possono parlare direttamente nell’intimo e a ciascuno di noi fare risuonare sensazioni, emozioni, evocare immagini libere dal condizionamento formale.  Qui la grande potenza espressiva dell’arte NON formale, ci permette di viaggiare, di andare oltre al limite di un contorno formale che riconduce a categorie ben precise, libera il nostro pensiero e il nostro sentire, ricordiamo il grande insegnamento del grande Kandinsky nel suo sempre insuperabile Lo spirituale nell’arte? Le grandi tele qui esposte permettono al gesto pittorico di Carla grande libertà di raccontare e usare lo spazio, creare visioni e cosmi di colore, è solo pura razionalità spesso la nostra, noi che abbiamo bisogno di rassicurazione in questo viaggio nelle emozioni, nelle note di una sinfonia irrompente, per cui dare un titolo all’opera ci riconduce a una forma e categoria che conosciamo. Queste grandi tele potrebbero non avere titolo, sarebbe bello togliere didascalie e testi critici, ed essere noi spettatori a dover scrivere e dare un titolo alle nostre sensazioni di fronte a queste composizioni ove la forma è divenuta un’ombra di luce e colore.


OLTRE LA FORMA, UN ASSOLO DI CARLA RIGATO
a cura di Chiara Marangoni
dal 7 al 21 aprile 2022
Piazzetta San Mauro, 1 - Montegrotto Terme (PD)

Apertura: da giovedì a domenica dalle 16:00 alle 18:30.
Inaugurazione sabato 9 aprile ore 17:00.

Ingresso libero

Accesso consentito nel rispetto delle misure di prevenzione previste.

Dall'8 Ottobre  al 5 Novembre 2016 l'artista Carla Rigato ha partecipato alla Mostra "Sottobraccio. Collettiva internazionale d'arte contemporanea" che si è tenuta al Museo della Città e del Territorio di Corato (BA) curata da Rossana Bucci e Oronzo Liuzzi.

Stiamo procedendo secondo un ordine distruttivo in una società globale liquida. Viviamo la paura di precipitare e naufragar in questo mare di irrequietezza e fanatismo. La morte sventrata dal nulla, la crisi profonda delle ideologie, il mancato appello ad una comunità dei valori, la strada dell’indifferenza dove la luce svanisce è l’emblema di una fine e vivere “l’epoca rossa degli sputi e delle grida; il caos nello spirito” (Marcel Bélanger).

giornata-del-contemporaneoDisordini, conflitti, razzismo, apparire a tutti i costi, la società subisce il continuo processo di precarizzazione senza punti di riferimento; un consumismo che non si appaga nel possesso estremo di oggetti di desiderio. Rabbia ad alta tensione, diveniamo divisi ingannatori con l’incubo del nemico che genera terrore. “Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada di ciascuno ma antagonista, da cui guardarsi” (Umberto Eco).

L’avvenire che, il Verbo che, il pensare che, l’ideale che, un amico che, il possibile fare che, il diritto che, l’essenza delle cose che, “la propria meravigliosa natura” (Novalis) che. “Credo che il Nuovo Ordine Mondiale sia stato raggiunto: tutti contro tutti. Sciami umani improvvisati contro obiettivi di cui ci si dimentica dopo dieci minuti. E il tempo che accelera sempre più svuotato di senso.” ha scritto Aldo Nove in un post su Facebook.

L’artista deve ribellarsi a questa rappresentazione della realtà, aspetto di verità per certi versi imposto dal sistema e dai media, e dire tutto quello che pensa in una società addormentata e disorientata, sempre più complessa e in continua trasformazione e scegliere quella libertà di pensiero umano per non tacere. Nel dire al di là del dire bisogna che l’arte ritrovi la sua vera identità: del e nel fare cultura, per enunciare un legame sociale fatto di condivisione e di incontro, di relazioni io-tu, io-altro, per dirla con Rimbaud “Io è un altro”.

In questa esperienza di unione e condivisione, l’arte crea e rivela lo splendore dell’energia mediante l’aggregazione di persone, per un cammino che si compie grazie all’incontro esistenziale tra l’essere umano e il mondo. L’assenza si trasforma in essenza. L’insostenibile analogia dell’isolamento dominata da incertezze fragilità e conflittualità, riappropria l’andare ‘oltre’quella narrazione del vivere in comunione, presagendo un rinnovamento etico e culturale del fare arte.

Pensare di arroccarci nella nostra identità, di “esimerci dal contatto e dalla contaminazione con gli altri è ridicolo, un’illusione” preoccupato scrive Richard Sennett, tra i più autorevoli sociologi contemporanei. In un sistema sociale incompleto, incoerente e ambiguo, dove le relazioni diventano sempre più povere e fredde, la funzione dell’arte, non più immorale, è quella di interagire con tutti i popoli della terra, rendere i nostri confini più porosi, dialoghi più aperti, così da favorire i contatti con la gente, anziché ostacolarli.

Sottobraccio come luogo di contatto internazionale e idea di accostamento. È il viaggiare insieme. È la totale libertà dell’agire e trovare le condizioni per delle possibili risposte. Una voce più articolata e più diversificata, “una voce che include noi tutti e che arriva a noi tutti. Una voce che sinceramente cerca la liberazione attraverso il significato e la ridefinizione” (Felix Gonzalez-Torres, da Flash Art no.185, giugno 1994).

Sottobraccio è il noi insieme dove gli artisti si coalizzano e uniscono le forze per relazionarsi. Un grande mosaico di vita esperienza dialogo condivisione correlazione e fuori dal disordine dei rumori e dentro il disordine dei rumori, sottobraccio un concerto d’arte che legge il mondo e lo riscrive.

Grande partecipazione di pubblico alla vernice della personale di Carla Rigato "Dove il cielo incontra la terra" alla Galleria La Teca di di Fausto Tonello e Angelo Rinaldi a Padova.

Nella sua attuale stagione espressiva Carla Rigato si dimostra più serena nella scelta cromatica di colori più chiari sapientemente accostati, per la prima volta, all’utilizzo dell’oro e dell’argento. Anche l’impianto compositivo è più libero, arioso, seppure vengano mantenuti i tradizionali movimenti  circolari a tratti improvvisi, a tratti più meditati.

Interessante innovazione nella scelta tecnica che si affida ad una pittura di getto su grandi sfondi, e con una pennellata di tessitura più leggera meno pastosa. Le immagini evocate dalle opere di Carla Rigato si avvicinano sempre più a “Luoghi dell’Anima” che si fondono armonicamente con i “Luoghi  Siderali e Ancestrali” dello Spazio e degli Elementi fondamentali: Acqua, Fuoco, Aria, Terra.

Presentazione a cura di Sergia Jessi Ferro. Riprese e montaggio a cura di Matteo Rossetto.

CARLA RIGATO
“LA FORZA NEL COLORE”

Mostra personale
curata da CHIARA MARANGONI
13 settembre – 8 ottobre 2012

 

 

VERNISSAGE
Giovedì 13 Settembre ore 18,30
Galleria ARTissima di Silvia Prelz,
Via A. Volta 26, Abano Terme  PD

Sarà presente l’Artista
Presentazione della Curatrice CHIARA MARANGONI

 

Le poetiche dette dell’Informale sono indubbiamente poetiche dell’incomunicabilità. Non è una libera scelta; è la condizione di necessità in cui l’arte, che tutta una tradizione culturale aveva posto come Forma, viene a trovarsi in una società che svaluta la forma e non riconosce più nel linguaggio il modo essenziale della comunicazione tra gli uomini. L’arte non può più essere discorso, relazione.

Giulio Carlo Argan

Non si può approcciare e “ascoltare” la pittura di Carla Rigato, se prima non si è fatto un passo indietro, nella storia e nella critica d’arte. Poiché per l’artista, che si muove con disinvoltura tra Spazialismo e Informale, la tela diventa spazio da costruire, da moltiplicare proprio nel momento in cui si impugna la pennellessa, si sceglie il colore e la giusta tonalità da usare; è lì che l’artista esiste, ferma il tempo e la sua ricerca diventa materia, segno, memoria.

La ricerca di Carla Rigato è davvero pressante, continua ispirazione di forza ed energia da fermare per un istante con il gesto pittorico, per poi tornare a vibrare nello spazio del dipinto e il suo atelier ti fa sentire sopraffatto dal colore e dall’energia che le sue grandi tele subito trasmettono. Ecco quindi il significato del titolo di questa mostra, LA FORZA NEL COLORE, che racconta questo impeto creativo attraverso le opere esposte in questa Personale (diciotto dipinti tra i quali un trittico di grandi dimensioni).

Ascoltare in sottofondo le note dell’ouverture della Traviata, sentire un ritmo, avvertire un cambiamento di suono, di strumento, diventa possibile restando a osservare il trittico Ultimo addio di Carla Rigato, qui esposto per la prima volta.

L’Artista ha bisogno di spazi ampi, di tele grandi, difficili da contenere nello spazio chiuso del suo studio, per lavorare, per costruire quei vortici di gesti e colore che spingono lo sguardo oltre la bidimensionalità della tela, ci fanno entrare nella tridimensionalità della sua pittura Spazialista.

I colori usati sono quelli acrilici, che permettono di lavorare con tempi più veloci rispetto ai pastosi e densi colori a olio, si asciugano rapidamente, permettono sovrapposizioni, rielaborazioni.

Parallela, anzi simultanea, alla pittura informale di Carla, troviamo vedute di Venezia davvero melanconiche, dense di atmosfera eppure vedute astratte, della memoria e dell’animo. Queste vedute che è possibile ammirare in mostra, meritano un faro puntato su di esse poiché rappresentano un tema di lungo corso nella pittura e nella ricerca dell’Artista. Le otto “visioni” di Venezia qui esposte hanno gli stessi accordi, lo stesso pentagramma, gli stessi colori, ci sono forme rassicuranti, le riconosciamo sono le sagome delle cupole e delle torri campanarie più famose di Venezia, ma nello stesso tempo sono astratte in uno spazio e in un tempo altro.

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